Renzi a Ballarò

renziaballaro

Matteo Renzi a Ballarò

Ieri sera ho visto l’intervista di Floris a Matteo Renzi a Ballarò. Se alle primarie avevo votato per Renzi con una convinzione non disgiunta da qualche incertezza, le sue parole di ieri ed il comportamento tenuto in campagna elettorale mi hanno tolto ogni residuo dubbio: se il PD ed il centrosinistra vogliono davvero cogliere un’affermazione che consenta di dare un governo al nostro paese è indispensabile, al prossimo giro, puntare sul sindaco di Firenze.

Ecco le principali ragioni che motivano questa opinione.

  1. Renzi è un ottimo comunicatore, è assertivo, accattivante e si fa comprendere. Sa anche essere caustico nei confronti degli avversari senza mai cadere nell’insulto. Questa è una dote che, o la si possiede o non la si apprende.

  2. Renzi ha dato prova di coerenza (nel suo comune ha già messo in atto alcuni dei provvedimenti che propone a livello nazionale e, dopo la sconfitta alle primarie, ha assunto un comportamento corrispondente a quello su cui si era impegnato prima).

  3. Renzi è stato ed è tuttora (in un momento di oggettiva debolezza del leader del PD) leale nei confronti di Bersani.

  4. Dopo il risultato elettorale si comprende quanto fossero efficaci quelle istanze di cambiamento (rottamazione/rinnovamento dei quadri dirigenti del PD e della classe politica, abolizione del finanziamento pubblico dei partiti ecc.) su cui Grillo ha costruito le basi della sua affermazione.

  5. Dopo il risultato elettorale si comprende come fosse giusta l’impostazione data da Renzi durante le primarie: il PD deve coltivare la sua vocazione maggioritaria, senza puntare ad alleanze e cercando i voti non solo nel proprio perimetro tradizionale ma soprattutto tra i delusi del centrodestra e tra i propensi all’astensione.

E’ superfluo ricordare quanta ostilità si fosse manifestata da parte della quasi totalità dei quadri dirigenti centrali e periferici del PD nei confronti di queste tesi, giudicate ambigue e difformi dalla “identità” del partito che andava salvaguardata, con il bel risultato che si è visto: l’identità non va oltre il 25% dei voti…..

Aggiungo infine che, quando toccherà a Renzi (e credo che succederà presto), è auspicabile che i suoi avversari interni al partito dimostrino verso di lui la medesima lealtà e coerenza di cui Matteo ha fin qui dato prova.

Gargamella e il populista.

grillobersani1

Beppe Grillo e Pierluigi Bersani (il populista e Gargamella)

Con molta umiltà vorrei dire la mia su un risultato elettorale che consegna il nostro paese ad una condizione d’incertezza e di precarietà, per quanto riguarda le prospettive di governo. Tutto il contrario di quanto sarebbe richiesto dalla crisi economica e sociale che l’Italia e l’Europa stanno attraversando.

Il PD, partito per il quale ho votato ed al quale continuo ostinatamente a confermare la mia fiducia, ha perduto le elezioni, come ha onestamente riconosciuto Bersani nella sua prima conferenza stampa post-voto, nonostante la coalizione di centrosinistra abbia ottenuto la maggioranza relativa dei voti sia alla Camera che al Senato.

La sconfitta del PD è il frutto di una serie di errori compiuti dal segretario e dai dirigenti del partito a lui vicini, dopo la vittoria alle primarie. Mi pare che si siano fidati troppo dei sondaggi e, certi della vittoria, abbiano tenuto una campagna elettorale in tono minore, sia nella forma (privilegiando le iniziative chiuse in “ambito protetto” e rivolte sostanzialmente al proprio elettorato), sia nei contenuti (trascurando i temi e le proposte di moralizzazione e di rinnovamento della politica e di riduzione dei suoi costi, evocati tardivamente nella citata conferenza stampa, insieme alla necessità di politiche europee più orientate allo sviluppo ed alla crescita e più attente ai bisogni della gente che al contenimento della spesa pubblica). Non penso che si dovesse imitare Grillo Continua…

L’apprendista stregone

apprendista-stregone

L'apprendista stregone

Molti di voi, immagino, conosceranno il delizioso cartone animato di Walt Disney del film Fantasia (1940), ispirato all’ “Apprendista Stregone” di Paul Dukas, dove un simpatico Topolino non riesce più a governare e si vede sfuggire di mano, con effetti disastrosi, quello a cui aveva dato vita utilizzando poteri magici che vanno oltre le sue capacità.

Queste immagini mi sono venute in mente nei giorni quando ho sentito un Beppe Grillo, tra un’ invettiva e l’altra contro i partiti, preoccupato di non riuscire ad organizzare (e guidare/controllare) il lavoro parlamentare dei tanti (temo tantissimi) esponenti del M5S che risulteranno eletti a Camera e Senato, e non in grado di escludere che tra questi si nascondano nuovi “Scilipoti”.

Tutto questo è legato all’incerto identikit dei futuri parlamentari “grillini”. Dando per scontata la loro inesperienza ci si chiede quali siano le loro competenze. Possono essere definiti più vicini alla destra o alla sinistra? Seppure non saranno disponibili ad alleanze con il centrosinistra, si riuscirà almeno ad accordarsi con qualcuno di loro su singoli provvedimenti legislativi?

Naturalmente nessuno (men che mai io) conosce personalmente questi uomini e donne del M5S. Se posso comunque azzardare una valutazione Continua…

Che Dio ce lo mandi buono

scansione0001

Emilio Giannelli sul Corriere della Sera del 12-2-2013

Permettetemi di unire anche la mia opinione alle tante di queste ore.

La scelta di papa Ratzinger mi sembra degna di grande rispetto e di apprezzamento per la sua umiltà e per il senso di responsabilità di cui è segno.

Essa, come molti hanno detto, toglie opportunamente al papato quell’aura di sacralità che lo elevava sul (allontanandolo dal) popolo di Dio e lo restituisce ad una dimensione di servizio e di ministerialità certamente eccezionale ma qualitativamente non diversa dai tanti servizi e ministeri svolti nella Chiesa.

Il papa poi è, nella sostanza, il vescovo di Roma e si stenta a comprendere come mai presbiteri e vescovi al compiere dei 75 anni siano tenuti a lasciare il proprio ministero ed i cardinali ultraottantenni non possano partecipare al conclave per l’elezione del papa mentre questi dovrebbe restare al suo posto fino alla morte, indipendentemente dalle proprie forze fisiche e spirituali e dalle condizioni di salute.

Lex segretario di papa Wojtyla, monsignor Dziwisz, ha affermato: “Dalla croce non si scende”, in qualche modo criticando la scelta di Benedetto XVI, messa a confronto con quella di Giovanni Paolo II che scelse di rimanere al suo posto nonostante la grave malattia che lo colpì nell’ultima parte del suo pontificato. Mi sono parse parole che sottovalutano la sofferenza di papa Ratzinger nell’assumere una decisione di tale portata e conseguenze.

E adesso, sì: “Che Dio ce lo mandi buono” dove “buono” ha innanzitutto il significato semplice e letterale del termine, perchè la bontà parla sempre al cuore degli uomini e delle donne (Giovanni XXIII insegna), ma “buono” a Bologna vuol dire anche capace. Capace di riformare la Chiesa istituzione liberandola da tutte le contraddizioni e le incoerenze che allontanano tanti dalla fede, ridando vigore e speranza, a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, al popolo di Dio ed a tutta l’umanità.

Quell’amaro retrogusto di Nutella

nutella

La nutella

Oltre alla vicenda Monte dei Paschi ci mancava pure (fatte le debite proporzioni monetarie) l’acquisto a spese della regione Lombardia di un vasetto di Nutella (costo 2,70 €) da parte del consigliere PD Carlo Spreafico. Dopo lo scandalo dei 2 milioni di euro di rimborsi incassati dalla maggioranza (Pdl e Lega), spuntano i 537 mila euro di rimborsi della minoranza sui quali sono in corso le verifiche dei pm milanesi.

Naturalmente è immaginabile ed auspicabile che la maggior parte dei rimborsi richiesti siano del tutto legittimi, in quanto coerenti con spese strettamente connesse alla funzione di consigliere regionale, ma per alcune di esse di cui ha dato notizia la stampa (4 fotocamere digitali, 62 penne stilografiche ecc.) si può certamente parlare di uso disinvolto del denaro pubblico.

Di fronte agli attacchi strumentali che vengono mossi al PD da parte degli avversari politici in questa delicatissima campagna elettorale, mi sembra che la reazione, da parte dei dirigenti del nostro partito, a cominciare da Bersani, oscilli tra l’aprire un fuoco di sbarramento (“se ci attaccate sul MPS vi sbraniamo”) e la rivendicazione, comunque, di una diversità positiva del PD (“gli altri commettono illeciti ben più gravi e sono comunque peggiori di noi”).

Ora io non ho dubbi sul fatto che il personale politico del PD sia mediamente assai migliore (per competenza ed onestà) di quello di altri partiti, che in molti casi ci si trovi di fronte a leggerezze e debolezze umane, e penso che qualunque osservatore non influenzato da pregiudizi di parte se ne renda conto.

Proprio per questo mi sembrerebbe più serio ed anche più efficace dal punto di vista elettorale, assumere, in luogo di atteggiamenti di scandalizzata ritorsione polemica (che vengono interpretati come segno di debolezza), toni più pacati che, senza rinunciare a ricordare le peculiarità positive del PD (e ce ne sono), sui fatti specifici contestati ne riconoscesse con verità ed umiltà gli aspetti negativi, riconfermando l’impegno a “fare pulizia” al proprio interno.

O forse mi sbaglio…..

“Vado e non evado”. Com’è andata?

tper3Nei mesi di novembre e dicembre scorsi Tper, l’azienda di trasporto pubblico locale subentrata ad ATC, ha promosso una campagna di contrasto dell’abusivismo e di promozione dei corretti comportamenti da parte dei viaggiatori. Sono stati intensificati i controlli da parte degli accertatori (il cui numero è anche aumentato), affiancati volontariamente per l’occasione da dipendenti dell’azienda.

L’impegno profuso è stato davvero notevole perchè quello dei “viaggiatori a sbafo” è uno dei problemi più sentiti da parte della cittadinanza (basta vedere quante lettere sul tema vengono indirizzate ai giornali).

Scopo dell’iniziativa non era tanto quello di aumentare i ricavi da sanzioni ma di vendere più biglietti ed abbonamenti, sanando al contempo una palese situazione d’ingiustizia.

Quali esiti ha avuto la campagna? Continua…

Qualità dell’aria: non ci siamo ancora.

etichetta_liberiamolariaA fine anno è tempo di bilanci consuntivi, anche per quanto riguarda la qualità dell’aria. Il parametro che da sempre viene tenuto d’occhio è il PM10, vale a dire la concentrazione di polveri sottili. Ho consultato il documentatissimo sito dell’ARPA ed ho constatato che nella centralina ubicata a porta S.Felice, da sempre assunta come rappresentativa per la città, nel corso del 2012 si sono registrati ben 73 superamenti giornalieri del limite di 50 mcgr/mc. Nel 2011 i superamenti furono 69. Questo dato segnala pertanto un leggero peggioramento della situazione, in contraddizione con quanto si rileva nelle altre centraline bolognesi (Chiarini: 40 superamenti sia nel 2011 che nel 2012. Giardini Margherita: 33 superamenti nel 2012 contro 42 nell’anno passato).

Per inciso anche le centraline di Imola, Molinella e S.Lazzaro di Savena segnalano miglioramenti nel 2012 rispetto al 2011.

Il risultato di porta S.Felice non autorizza pertanto a trarre conclusioni catastrofiche. Sarà interessante anche Continua…

Euromobility 2012

euromobilitybis

Euromobility 2012

E’ stata resa nota in questi giorni dall’ Osservatorio sulla mobilità sostenibile in Italia, la classifica Euromobility 2012 che misura la mobilità sostenibile nelle 50 maggiori città italiane. Bologna si è classificata al 5° posto, guadagnando un posto rispetto all’anno precedente. Può essere interessante analizzare il posizionamento della nostra città rispetto ad alcuni parametri presi in considerazione dalla ricerca, in modo da comprendere quali siano i nostri punti di forza e quelli deboli.

L‘indice di motorizzazione (n.auto/abitanti) è in calo e vede la nostra città al quart’ultimo posto. Per i motocicli siamo a metà classifica, con un dato leggermente superiore alla media nazionale.

Bologna è al 3° posto (dato provinciale) sulla percentuale di veicoli alimentati a GPL e metano (quasi il 18% del totale).

La nostra città è al 12° posto nell’offerta di trasporto pubblico (Km.vettura/abitanti). Le cose vanno meglio quanto a passeggeri trasportati (n.viaggi/abitanti): Bologna è al 9° posto.

Siamo al 4° posto come estensione delle ZTL (zone a traffico limitato). Non brilliamo quanto ad estensione delle piste ciclabili.

Per quanto riguarda il “car sharing” Bologna è al 4° posto (n.vetture/abitanti), mentre non disponiamo ancora di un servizio di “byke sharing”.

Infine la nostra città è al primo posto quanto al numero degli stalli di sosta a pagamento rapportati al numero delle vetture ed al 4° posto per i  parcheggi scambiatori.

Insomma luci ed ombre: si può certamente fare di più e meglio. Vedremo tra un anno.

Amarcord

consigliocomunale

La sala di Consiglio

Ieri pomeriggio, era lunedì,  mi ha preso la nostalgia. Ho acceso Radio Tau per sentire in diretta il dibattito dal Consiglio comunale di Bologna. Si stava discutendo una delibera su Piano sosta e servizi complementari alla mobilità: modifica classificazione e specifiche tariffe utilizzo parcheggio ex Buton (Borgo Masini ). aggiornamenti quadro tariffario.

Ho ascoltato l’intervento del consigliere Daniele Carella e gli ho sentito ripetere, quasi parola per parola, un intervento fatto, non ricordo in quale seduta, nel Consiglio comunale nel corso del mandato 2004/2009, quando io sedevo tra i banchi del Consiglio. Tra l’altro Carella ha citato per l’appunto l’assessore alla mobilità della giunta Cofferati, Maurizio Zamboni, lodandone la competenza in confronto alla presunta incompetenza dell’attuale assessore Colombo.

Ho provato ammirazione per la coerenza (ma anche la ripetitività) dell’amico Carella, unita alla consolante sensazione di sentirm un po’ ancora come a casa propria, sia pure dopo un po’ di anni, nel Consiglio comunale della mia città.

Un po’ di chiarezza

monti

Mario Monti

Mi auguro che le imminenti elezioni politiche, ed in particolare la probabile “discesa in campo” di Mario Monti (tra parentesi non ho condiviso i toni e le argomentazioni con cui D’Alema lo ha invitato a desistere dal suo proposito) portino un po’ di chiarezza nella “geografia” e nella terminologia del sistema politico italiano.

In particolare è auspicabile che i termini “sinistra”, “centro”, “destra”, “centro sinistra”, “centro destra” (con e senza trattino), applicati ad un partito o ad una coalizione, e gli appellativi di “progressista” o “moderato”assegnati od autoassegnati ad un esponente o ad uno schieramento politico siano spogliati da ogni riferimento ideologico e perdano la loro caratteristica di “parole d’ordine”.

La mia speranza ed il mio auspicio, nell’interesse della chiarezza e della verità ed a favore di scelte razionali e non emotive da parte dei cittadini, è che sulle sigle e sulle etichette prevalgano i programmi (brevi e comprensibili, andando oltre i titoli come “agenda Monti” o “agenda Bersani”) ed i profili dei candidati, come ricostruibili in base alle loro azioni ed ai loro comportamenti passati.