Una bella occasione

Il Regno, rivista dei padri dehoniani di Bologna alla quale sono abbonato da molti anni, offre a tutti l’opportunità di leggere gratuitamente per intero i ilregnobisnumeri dal 12 al 15, relativi dunque ai mesi da giugno a settembre. collegandosi al sito www.ilregno.it.

Mi sembra un’occasione da non perdere e che raccomano vivamente a tutti coloro che sono interessati alla vita della Chiesa, ma non solo.

Sul n.14 ad esempio ho trovato di particolare interesse un articolo di S.Dianich sul prossimo Sinodo dei Vescovi. Ma c’è anche molto d’altro. Visitate il sito e chissà che non vi venga voglia di abbonarvi, il prossimo anno……

Seconda tappa

Da sinistra: Emanuela, Daniela, Olivia, Annastella

Da sinistra: Emanuela, Daniela, Olivia, Annastella

Qualche notizia su quella che ho definito la seconda tappa del lungo e difficile percorso che sto compiendo dal giorno (20 aprile) in cui sono stato colpito dalla mielite (che nome dolce ed accattivante per una patologia così invasiva ed invalidante !).

Ogni giorno vado al Bellaria dove per un’ora abbondante continuo il programma di riabilitazione fisica. Vengo accompagnato e riportato a casa volta a volta da mia figlia Emanuela e da un certo numero di amici  (Erasmo, Gabriele, Giuliano, Maurizio, Tonino, Patrizia) che si sono resi disponibili e che ringrazio sentitamente.

Il resto della giornata passa tra letture varie, TV (ho potuto seguire come mai accaduto in precedenza i Giochi Olimpici), visite di amici e parenti (la foto ritrae la visita di Daniela e figli con Tobia che  non si vede, impegnato in una battaglia tra indiani e cow boys) ,  e compiti a casa, nel senso che mi alleno nel cammino con il deambulatore ed in alcuni degli esercizi che faccio in palestra.

Continuerò così fino a Ferragosto, quando andrò qualche giorno al mare, a Igea Marina, località  citata da Michele Serra nella sua quotidiana rubrica su Repubblica, come simbolo di luogo di vacanza umile e popolare (l’opposto di Cortina, per intenderci), ma a me molto cara: saranno ormai 45 anni che la frequento con la mia famiglia.

Percorso a tappe

La mia dimissione dall’ospedale Bellaria ed il ritorno a casa venerdì scorso, rappresentano in un certo senso il compimento della prima tappa (se volete

Un percorso a tappe

Un percorso a tappe

c’era stato il breve prologo in terra di Spagna) del percorso rappresentato dalla malattia che mi ha colpito il 20 aprile scorso.

Si è trattato di una tappa lunga e difficile, accompagnata da momenti lieti e tristi, dei quali ho cercato di dare conto attraverso le cronache di questo blog.
Non è dato sapere di quante tappe sia composto l’intero percorso, la loro durata e difficoltà, né (tantomeno) dove sia collocato il traguardo.

Per ora conosco soltanto la seconda tappa che consisterà nella frequenza giornaliera al Day Hospital del Bellaria dove, nel primo pomeriggio, proseguirò il programma di terapia fisica. Andremo avanti così fino a Ferragosto. Dopo, come in ogni Giro che si rispetti, ci sarà un po’ di riposo, probabilmente trascorso al mare.

Inutile dire che continuerò a mettere tutto il mio impegno in questa vicenda, sostenuto dai miei famigliari ( a cominciare da mia moglie Annastella e dalle mie figlie, Emanuela in particolare) e dai tanti amici che ci sono vicini. Continua…

Filastrocca ospedaliera

dante

Un poeta mio collega

Come avevo già anticipato, nel corso del mio ricovero ospedaliero , che ormai volge al termine (sarò dimesso il prossimo 27 luglio) ho composto una filastrocca che cerca di raccontare (tra il serio ed il faceto) questo mio soggiorno al Bellaria.

E’ un po’ lunga, così come è stato lungo questo ricovero (oltre tre mesi: sono entrato in ospedale la sera del 26 aprile), ma spero che chi avrà la pazienza di leggerla, alla fine penserà che non è stato tempo sprecato.

Per scaricare clicca su poesiabellaria

Cronache ospedaliere 20

Oggi Maurizio, il fisioterapista che mi segue da tempo, ha voluto vedere come saprei

Tranquilli: non sono io

Tranquilli: non sono io

cavarmela dopo una caduta. In effetti questa (facciamoci le corna!) è una situazione che può capitare ed è bene prepararsi all’evento. Me la sono cavata piuttosto bene, nel senso che sono riuscito a rialzarmi in piedi, sia disponendo di un appoggio, sia disponendo del deambulatore tanto diritto che (perfidia di Maurizio) rovesciato. A voi “normali” la cosa può sembrare appunto normale ma vi assicuro che per uno messo come me è un buon risultato. Per completare la sua opera di “negriero buono” Maurizio poi mi ha fatto salire e scendere una rampa di scale col solo appoggio al corrimano. Naturalmente ci ho messo un po’ di tempo ma è un dato importante anche fronte di un eventuale guasto all’ascensore di casa ed alla mancanza di un bastone. Ultima notizia: d’ora in poi dovrei abbandonare il deambulatore che mi ha accompagnato e sostenuto negli ultimi tempi, per passare ad un rollator (le immagini di entrambi gli ausili le trovate nelle cronache precedenti) che consente una maggiore autonomia nei percorsi esterni, naturalmente previo adeguato allenamento.

Cronache domestiche 19

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A pranzo da Carla e Maurizio

Da segnalare, in questo week end a casa in permesso, che sta (ahimè) volgendo al termine, la visita (non contemporanea, per ovvie ragioni organizzative) delle 3 figlie, dei 2 generi e dei 4 nipoti, in procinto (salvo Emanuela, che mi ha fatto un po’ di terapia a domicilio) di partire per le vacanze (sigh…).

Inoltre un sabato invitati a pranzo da Carla (nostra amica da lunga data) e Maurizio (cugino di Annastella), che scoprirono casualmente, dopo il loro incontro, i legami che già li univano a noi. Ho avuto il piacere e l’onore di sposarli 6 anni orsono, quando ero consigliere comunale. Tutti gli spostamenti per andare a casa loro (ovviamente a parte il viaggio in auto) li ho fatti col deambulatore, rinunciando alla carrozzina: lo dico per fare contenti i fisiatri ed i fisioterapisti…….ma è la verità. Il pranzo era davvero ottimo, al pari della compagnia, e non ho rimpianto in alcun modo i Vissani dell’ospedale. La foto che vedete qui a fianco devo dire che non mi rende onore: sembro in ospedale…..

Infine preciso, sempre “ad usum fisiatrorum”, che anche in casa mi sono mosso quasi sempre con il deambulatore, provando ripetutamente ad appoggiarmi ad esso solo con una mano, simulando un cammino con un solo bastone, sia pure un po’ particolare. Chissà se ho fatto bene…..

C’è stato anche uno scambio di messaggi molto bello con Massimo, di fatto il mio primo vicino di letto in ospedale con cui abbiamo condiviso difficoltà e speranze del cammino verso la guarigione.

Cronache ospedaliere 18

Ieri Maurizio, il mio terapista, dopo una seduta pomeridiana dedicata a “far legna”, vale a dire a farmi fare esercizi di rafforzamento delle gambe e dei muscoli del bacino che presiedono

Neil Armstrong

Neil Armstrong

all’equilibrio, mi ha fatto andare tra le parallele e, dopo avermi dotato i piedi di ausili e di zavorre, mi ha esortato a fare qualche passo senza tenermi alle parallele, naturalmente sotto la sua attenta sorveglianza.

Debbo dire che è stata una bella emozione. Senza attribuire a questa performance un’importanza decisiva rispetto ai tempi di recupero di un cammino normale, è stato comunque il segno tangibile della prosecuzione di un percorso che sarà certamente ancora lungo ma nel quale vanno investite, da parte mia, tutte le risorse possibili d’impegno, di volontà e di speranza.

Forse influenzato dalla frase che di recente Vasco Rossi, in occasione dl suo matrimonio, ha pronunciato, prendendola a prestito dal primo uomo sulla luna Neil Armstrong,  posso dire, naturalmente invertendo il senso: “un grande passo per me, ma un piccolo passo per l’umanità”

Cronache ospedaliere 17

E’ martedì 10 luglio ed io ho ripreso il mio programma di riabilitazione.

Il nuovo padiglione G delle neuroscienze

Il nuovo padiglione G delle neuroscienze

C’è tuttavia una comunicazione di servizio. Oggi, nel quadro di una progressiva dismissione dei locali del Pad.A, che ospitano la neurochirurgia, è stato abbandonato il primo piano, nel quale ero ricoverato, e sono stato trasferito al secondo, camera 3, letto 8, dove resterò fino a fine mese, quando anche il secondo piano verrà abbandonato per un completo trasferimento della neurochirurgia nel nuovo padiglione delle neuroscienze. Qui mi sono riunito all’amico Giordano, di Ferrara, con il quale avevo già condiviso la camera prima della sua operazione.

Il personale di servizio a questo piano, che ospitava solo le donne, è  per me tutto nuovo (a parte qualcuno di coloro che conoscevo da tempo e che lavoravano al primo piano). Dovrò fare nuove conoscenze e ricordare nuovi nomi.

P.S. Questa mattina, mercoledì 11 luglio, è venuto a trovarmi di primo mattino, come è già avvenuto diverse volte nelle scorse settimane, il mio amico Carlo Rocchi: oltre a portarmi il giornale mi ha tagliato i capelli che, in effetti, ne avevano bisogno. Gliene sono molto grato, come a tutti gli amici che mi vengono a trovare o che s’interessano alle mie condizioni di salute

Cronache domestiche 16

yomy24febbraio07-015

Yomi, Eitayo e Titilayo nel febbraio 2007.

E’ stato molto bello ritornare a casa in permesso dopo due settimane, anche se ciò rinnova la nostalgia di una vita “normale” che io spero ardentemente di poter tornare a vivere, anche se in tempi lunghi.

Questa volta il consiglio (quasi un ordine) dei fisiatri era esplicito: la carrozzina doveva essere usata solo per gli spostamenti per i quali era indispensabile. E così è stato, nel senso che l’ho utilizzata solo per farmi la barba, stirare e andare a Messa. Per il resto  i passaggi dall’auto a casa e viceversa, e tutti gli spostamenti in casa sono stati compiuti usando il deambulatore col quale mi sposto con sicurezza e disinvoltura.

In questo fine settimana non ho avuto visite delle nostre figlie  ma di quella che si considera nostra figlia adottiva, Yomi, una ragazza nigeriana che ospitammo per tre mesi nel 2003 con suo figlio di tre anni (Eitayo) che è stato di fatto il primo a chiamarci “nonni” .Da alcuni anni Yomi è stata raggiunta da suo marito Kazim, dal quale ha avuto altre due figlie (Titilayo e Tobi, non garantisco della correttezza della grafia). E’ stato, come sempre, un incontro gioioso.

Due notizie per concludere.

In questi giorni ho pressochè ultimato la filastrocca su questa esperienza ospedaliera. La mia degenza al Bellaria si concluderà a fine mese, dopo di che si tratterà di proseguire la terapia nei luoghi e nelle forme che dovranno essere definiti nei prossimi giorni.

Cronache ospedaliere 15

NON è uno dei miei canestri

NON è uno dei miei canestri

Oggi Maurizio, il fisioterapista che sta curando di questi tempi il mio programma riabilitativo, ha sistemato su una parete della palestra un piccolo tabellone (reclame della Pavesi) con un piccolo canestro, più o meno delle medesime dimensioni di quello montato sul letto di mio nipote Tobia. Dopo di che mi ha fatto sistemare in ginocchio sul lettino e da questa posizione, in equilibrio, mi ha fatto tentare ripetutamente di centrare il canestro. Quindi,da più lontano, in piedi tra le parallele (quasi un tiro da tre), mi ha fatto ripetere l’esercizio. Addirittura in qualche caso dovevo raccogliere un suo passaggio e tirare a canestro. Lo scopo non era evidentemente quello di verificare la mia (peraltro accertata) abilità nel basket ma di controllare il mio equilibrio e di potenziare la muscolatura del mio bacino.

Purtroppo non esistono foto della mia performance. Continua…