Mario Draghi
Personalmente non sono favorevole alla elezione di Draghi a Presidente della Repubblica.
Non perché non lo reputi idoneo a ricoprire questa carica, ma perché penso che i compiti che ne hanno motivato la scelta da parte di Mattarella come Presidente del Consiglio, con l’accordo della quasi totalità del Parlamento (gestione del contrasto alla pandemia e dei fondi del PNRR) rimangano tuttora attuali e richiedano, almeno per il prossimo anno, continuità di governo. Penso inoltre che, tenuto conto del quadro politico nazionale, sia più facile oggi trovare un degno Presidente della Repubblica che un competente e capace Presidente del Consiglio.
C’è poi un’altra ragione che mi sembra escludere la scelta di Draghi quale prossimo Presidente della Repubblica, una ragione legata a quanto la Costituzione prevede per le due cariche di cui si parla, ragione peraltro che nessun commentatore politico mi pare abbia sollevato (il che mi fa ritenere che io stia prendendo un abbaglio).
Il secondo comma dell’art. 84 della Costituzione recita: “L’ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica”. Mi chiedo: cosa succederebbe se Draghi, da Presidente del Consiglio, venisse eletto Presidente della Repubblica? Penso dovrebbe dare immediate dimissioni. Ma, se non erro, il paese non può mai rimanere privo di un Presidente del Consiglio, tanto è vero che, quando un Premier si dimette, in attesa della sua sostituzione egli resta in carica ad interim per il disbrigo degli affari correnti. Come si concilierebbe questo con l’art.84?
Qualcuno più ferrato di me in materia di istituzioni pubbliche può aiutarmi a capire?
Don Nildo Pirani ci ha lasciato. Ci mancherà. Vorrei ricordare i momenti salienti della sua vita attraverso una poesiola che scrissi nel gennaio 2017 in occasione del suo ottantesimo compleanno.
Don Nildo compie 80 anni
Ottant’anni: un bel traguardo,
veramente di riguardo.
Li ha compiuti don Pirani:
sù, battiamogli le mani.
E’ don Nildo un grande prete,
tutti voi già lo sapete.
Don Nildo Pirani
Nella chiesa bolognese
la sua vita bene spese.
Senza stare troppo in vista
egli n’è un protagonista.
Lo vogliamo raccontare
non suonando le fanfare
ma pescando tra gli eventi
e parlando dei momenti
che han segnato la sua vita
ch’è tutt’altro che finita!
Nacque in quel di Mirabello
un ameno paesello,
della diocesi ai confini
nota ovunque per i Fini.
Un di loro, ch’è don Mario,
forse è entrato in seminario
per l’influsso di Pirani
che gl’ impose un dì le mani
quando era catechista,
e non fu certo una svista. Continua…
Il Sole 24 pubblica oggi la consueta graduatoria annuale della performance ambientale dei 105 capoluoghi di provincia italiani denominata Ecosistema urbano, basata su 18 indicatori raggruppati in 5 ambiti: ambiente, aria, acqua, mobilità e rifiuti.
Bologna si piazza al 22 posto, prima tra le città metropolitane, motivo di soddisfazione. Se si guarda tuttavia alla successione cronologica si nota che la nostra città, negli anni più recenti, si era piazzata meglio: era decima nel 2018, tredicesima nel 2019 e sedicesima nel 2020.
Se si analizzano poi le graduatorie per i diversi indicatori e per gli ambiti si possono individuare i punti di forza ed i punti critici, peraltro già noti, di Bologna.
Gli ambiti che presentano ampi margini di miglioramento sono quelli relativi ai rifiuti (differenziati e prodotti), all’aria (concentrazioni di NO2, Ozono e PM10, problema peraltro comune, come si sa, a tutti i centri della Valpadana) ed all‘acqua (in particolare per i consumi e la dispersione delle reti).
Vanno decisamente meglio le cose per quanto riguarda la mobilità (offerta e passeggeri del trasporto pubblico, tasso di motorizzazione e, almeno in parte, piste ciclabili), mentre l’ ambito ambiente fornisce valutazioni diverse, con alcuni indicatori positivi (uso del suolo) ed altri (solare pubblico, isole pedonali e verde) suscettibili di miglioramento.
Insomma mi pare che per Lepore e la sua squadra il lavoro non manchi se si vuole portare Bologna ad un livello di eccellenza anche sui temi ambientali e della transizione ecologica.
Giunta Lepotre
Ho provato ad analizzare le competenze della squadra di Lepore (assessori, capi di gabinetto, delegati del Sindaco invitati in Giunta, consiglieri delegati e consiglieri speciali del Sindaco) raggruppandole per tematiche affini in modo da fare emergere eventuali aree di sovrapposizione.
Ecco il quadro che emerge, al netto della soggettività dei miei giudizi di affinità.
Diritti e benessere animali (Celli)
Casa, emergenza abitativa, abitare collaborativo (Clancy)
Pulizia città (Borsari) Assemblee per il clima, progetto comunità solari, ufficio clima (Clancy) Progetto impronta verde e parchi urbani (Orioli)Coordinamento transizione ecologica, patto per il clima e candidatura città carbon neutral (Boni) Educazione ambientale, agricoltura, agroalimentare e reti idriche (Ara)
Pari opportunità e differenza di genere, diritti LGBT, contrasto alle discriminazioni, lotta alla violenza ed alla tratta sulle donne e i minori (Clancy) Legalità democratica e lotta alle mafie (Guidone)
Nuova mobilità, infrastrutture (Orioli) Lavori pubblici, manutenzione e pulizia della città (Borsari)
Vivibilità e cura spazio pubblico (Orioli) Urbanistica (Laudani)Toponomastica (Borsari)
Valorizzazione beni culturali e portici Unesco (Orioli) Industrie culturali e ricreative (Grimaldi) Distretti culturali, sistema teatrale, valorizzazione lavoro culturale e artistico (Di Gioia)
Città della conoscenza e memoria democratica, rapporti con università e centri di ricerca (Laudani) Impatto Tecnopolo (Grimaldi)Rete europea delle città e delle università (Manservisi)
Fondi europei, Cabina di regia PNRR, Relazioni internazionali (Boni) Attrattività internazionale (Grimaldi) Scambi internazionali (Santori) Rete europea delle città e università, Cooperazione internazionale (Manservisi)
Scuola, adolescenti e progetto scuole di quartiere, educazione ambientale (Ara) Politiche giovanili (Santori)
Protezione civile (Borsari)
Rapporti con il Co.Co, Agenda digitale e uso civico dei dati, trasparenza e semplificazione amministrativa, servizi demografici, Commissione elettorale (Bugani)
Economia di vicinato e commercio (Guidone) Bilancio (Li Calzi) Economia della notte (Clancy) Società partecipate (Madrid)Bilancio partecipativo (Capasso) Promozione economica e attrattività internazionale (Grimaldi)
Sport (Li Calzi) Grandi eventi sportivi (Santori)
Personale (Lepore)
Lavoro (Lo Giudice)
Sanità e integrazione socio-sanitaria (Lepore) Welfare, nuove cittadinanze, fragilità (Rizzo Nervo)Politiche terzo settore (Capasso)
Progetto sicurezza integrata (Madrid)Economia della notte (Clancy)
Famiglia, disabilità (Ceretti)
Turismo, coordinamento e destinazione turistica (Santori)
Tribunale dei fragili e Giustizia (Berti Arnoaldi Veli)
Quartieri e immaginazione civica, Progetto case di quartiere, bilancio partecipativo, Inchiesta sociale, Rapporti con FIU (Capasso) Assemblee per i clima (Clancy) Sussidiarietà circolare (Ceretti)
Matteo Lepore, eletto Sindaco del Comune di Bologna e, di conseguenza, Sindaco della Città Metropolitana di Bologna, ha comunicato i nomi dei componenti della Giunta comunale e le relative deleghe. Inoltre ha reso noti i nominativi di altri collaboratori (delegati in Giunta comunale e metropolitana, consiglieri delegati e consiglieri speciali).
Matteo Lepore
L’insieme di queste nomine configura diverse innovazioni la cui efficacia potrà essere giudicata nel tempo ma sulle quali vorrei esprimere qualche considerazione che prescinde dalle capacità e dal valore delle persone nominate, alcune delle quali conosco personalmente, stimo ed apprezzo.
In generale posso dire che nella squadra di Lepore sono presenti molti giovani dotati di competenze di rilievo, e questo, di per sé, mi sembra particolarmente positivo.
Per ciò che riguarda la Giunta comunale mi ha colpito la denominazione delle deleghe che solo in parte ricalcano gli ambiti di competenza “tradizionali” (sanità, cultura, casa, bilancio, commercio, lavori pubblici, protezione civile, mobilità, sport, welfare….). Compaiono altre denominazioni (economia della notte, assemblee per il clima, sussidiarietà circolare, economia di vicinato….) per le quali andrà meglio chiarito il contenuto e che lasciano intravvedere una sorta di “spacchettamento” di alcune materie tra diversi assessori e consiglieri comunali e metropolitani delegati (figure nuove sulle quali tornerò più avanti), che potrebbe produrre sovrapposizione e confusione nelle competenze. Inoltre questa frammentazione potrebbe produrre incertezze per quanto riguarda le strutture operative dedicate, il che richiederà presumibilmente una riorganizzazione della macchina comunale.
Alcuni esempi. Fra le competenze di Ara figurano gli adolescenti, fra quelle attribuite a Santori figurano le politiche giovanili. Non esiste una delega all’ Ambiente, ma esistono deleghe alle assemblee per il clima, all’agricoltura, alle reti idriche, all’impronta verde e parchi urbani, al patto per il clima, alla pulizia della città (gestione rifiuti?), ed infine al coordinamento della transizione ecologica, attribuiti a diversi assessori. L’integrazione dei servizi sanitari e sociali, uno dei punti principali del programma di mandato, è affidata du fatto al Sindaco ed all’assessore Rizzo Nervo.
Per quanto riguarda la giunta l’unica figura rimasta dalla precedente mandato è Orioli, la ex-vicesindaca ed assessora all’urbanistica ed all’ambiente (architetto e professore associato di Tecnica e pianificazione urbanistica al Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna ), alla quale è stata tolta (chissà perché?) la delega all’urbanistica che è stata attribuita a Raffaele Laudani, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna.
Vale ancora la pena di notare con soddisfazione la particolare attenzione di Lepore al rango europeo a cui aspira la città di Bologna, in particolare, ma non solo, nelle deleghe attribuite ad Anna Lisa Boni, che presenta un profilo del tutto adeguato e che coordinerà anche la cabina di regia del PNRR.
Lepore ha anche nominato i due Capi di gabinetto, in Comune ed in Città Metropolitana, attribuendo loro anche deleghe (il che mi pare rappresenti un’altra novità) rispettivamente in materia di sicurezza e di lavoro.
Un altro aspetto di particolare rilievo che emerge dalle nomine è il tentativo di realizzare una profonda integrazione tra Comune e Città Metropolitana di Bologna, istituzioni di cui Lepore è Sindaco. Innanzitutto aver nominato per entrambe il medesimo Direttore Generale tende a promuovere (al netto del prevedibile rilevante impegno che ciò comporterà per il dr. Montalto) un coordinamento ed una sinergia che vada ben oltre gli Uffici metropolitani di vecchia memoria. Anche i servizi di comunicazione e gli uffici stampa avranno lo stesso dirigente.
Ma oltre a questo va segnalata la nomina di 6 figure (3 delegati del sindaco invitati in giunta e 3 consiglieri comunali delegati) alle quali Lepore ha assegnato deleghe di valenza metropolitana.
La legge n.5 del 7/4/14 nota come legge Delrio prevede, come organi della Città Metropolitana, oltre al Sindaco ed alla Conferenza metropolitana dei sindaci, la costituzione di un Consiglio metropolitano nominato con elezione di secondo grado da parte dei consiglieri comunali dei comuni compresi nella Città metropolitana, tra i quali, in passato, il Sindaco sceglieva e nominava alcuni componenti attribuendo loro deleghe specifiche. Non è dato di sapere come Lepore gestirà questo adempimento sul quale si giocano le relazioni politiche tra comune capoluogo e comuni del territorio. Dalle scelte fatte fin qui il segnale, del tutto condivisibile, che Lepore manda mi pare quello di una forte integrazione istituzionale che mira a cancellare definitivamente il dualismo tra Comune capoluogo e Provincia che ha sempre caratterizzato i rapporti fra i due enti, al di là del colore politico di norma coincidente, a parte la parentesi “guazzalochiana”.
Mario Draghi
Le vicende politiche nazionali e locali di questi giorni hanno suscitato in me alcune riflessioni che cerco di esprimere per punti.
Se la politica è disgiunta, non accompagnata dalla buona amministrazione e dal buon governo (intesi come capacità di pensare e realizzare progetti) e non al servizio di essi, perde completamente di significato e risulta vuota ed incomprensibile ai cittadini. Ne è prova la nascita e la vita del governo Draghi. Qui la politica non guida ma è a rimorchio di un governo che è nato proprio dalla incapacità della politica stessa e dei partiti di svolgere fino in fondo la loro funzione. Se questa situazione dovesse durare a lungo, l’allontanamento dei cittadini dalla politica (di cui è sintomo anche la crescente astensione alle elezioni) crescerebbe ancora di più.
Matteo Lepore
Ricordo ancora quando, in Consiglio comunale, qualcuno si alzava a parlare e, incapace di misurarsi con i problemi amministrativi e con le soluzioni da dare ad essi esordiva dicendo: “ora faccio un discorso politico”.
Una linea politica fondata unicamente sulla contrapposizione ad un avversario, sia esso Berlusconi, Salvini o la destra fascista, e che trova in questo la sua principale legittimazione e ragion d’essere è destinata a fare poca strada.
Si dice da più parti che la vittoria di Lepore e la larga coalizione che lo ha sostenuto rappresentano un modello da replicare a livello nazionale (il cosiddetto laboratorio “Bologna”). Sottolineerei a questo riguardo che tutti i processi politici si basano su persone in carne e ossa e sulle loro qualità e capacità politiche e prima ancora umane. Non si tratta principalmente di un problema di formule o di alchimie politiche.
Lepore ha avuto il merito di circondarsi di tanti giovani e di avvalersi della loro collaborazione. C’è stato un vero e proprio salto generazionale rispetto all’amministrazione precedente e questo è un ottimo dato. La mia sensazione, purtroppo, è che tra questi giovani manchino quelli di ispirazione cattolica, provenienti dalle parrocchie o dall’associazionismo cattolico (ACI, AGESCI, …), magari molto impegnati nel volontariato e nel catechismo ma lontani dalla politica. Se questo è vero, (e temo che lo sia), credo che la comunità ecclesiale debba interrogarsi su quale sia la causa di questo disinteresse e disimpegno. Mancanza di una cultura politica, di una educazione alla politica e sul rapporto fra fede e politica, tra integralismo e laicità?
D’altro canto mi pare che anche nella compagine dei più stretti collaboratori di Lepore e tra i consiglieri comunali della maggioranza che lo sostiene, gli esponenti della sinistra cattolico-democratica siano quasi totalmente assenti. Di questo limite è un sintomo anche il “taglio” ed il contenuto del programma elettorale di Lepore, molto “progressista” (termine peraltro, a mio giudizio, ambiguo se non si chiariscono i termini ed i parametri di questo “progresso”) ma poco segnato da valori cari alla cultura cattolica (natalità, famiglia, pace ….).
Green pass
Il dibattito attorno ai temi dell’obbligo vaccinale generalizzato e del green pass è in questi giorni sempre più acceso. In particolare i principali esponenti della destra (Giorgia Meloni e, sia pure con qualche ambiguità, Matteo Salvini) ed alcuni intellettuali (ad esempio Cacciari e Barbero) da un lato esprimono la loro contrarietà nei confronti dell’obbligo vaccinale esteso a tutti e della estensione ulteriore del green pass ad altre categorie, dall’altro,un po’ paradossalmente, criticano la mancanza di coraggio del governo che, invece di introdurre per legge l’obbligo vaccinale, lo farebbe surrettiziamente e con ipocrisia attraverso il green pass. In ogni caso ci troveremmo di fronte ad un grave attacco alla libertà dei cittadini.
La mia opinione è, al contrario, che fino ad ora il governo Draghi si sia mosso, nei provvedimenti di contrasto alla pandemia, con efficacia e coerenza.
Provo a spiegarmi. Continua…
I vecchi quartieri
Il confine tra i quartieri S.Donato e S.Vitale, oggi riuniti dal punto di vista amministrativo ed istituzionale, era ed è pesantemente rappresentato da linee ferroviarie: lo scalo merci, la linea di cintura, la Portomaggiore-Bologna e la Bologna-Rimini, barriere fisiche interrotte soltanto da alcuni cavalcavia, sottopassi o passaggi a livello.
Al di là di tutti i provvedimenti di carattere sociale e culturale che possono favorire una sempre maggiore integrazione del quartiere S.Donato-S.Vitale, mi pare comunque necessario intervenire per migliorare e rendere sempre più agevoli e sicuri i collegamenti fisici (pedonali, ciclabili e veicolari) tra le due zone.
E’ quello che si sta facendo con l’intervento manutentivo sul ponte di via Libia e con quello in programma sul ponte di via S.Donato (il terzo collegamento assicurato dal sottopasso di via Hengel Gualdi è relativamente recente e già adeguato).
S.Donato-S.Vitale
Un altro intervento atteso da tanti anni, che va in questa direzione e che dovrebbe trovare (ormai non ci si spera più) prossima attuazione è quello che riguarda il completamento dell’interramento del tratto urbano della ferrovia Portomaggiore-Bologna, con la eliminazione (tra gli altri) dei passaggi a livello di via Libia e via Rimesse.
Infine dovrebbero essere abbreviati i tempi per la realizzazione del sottopasso pedonale/ciclabile di via Mondo-via del Terrapieno, mentre tra le opere connesse alla esecuzione del Passante sono previsti collegamenti pedonali/ciclabili nei sottopassi della linea ferroviaria di cintura in via Emanuel e via della Campagna.
E per finire perchè non provare ad immaginare per il quartiere S.Donato-S.Vitale, magari attraverso un concorso di idee che coinvolga le scuole, un nuovo nome, che elimini il trattino e riassorba le due identità? Un fatto simbolico, certo, ma i simboli hanno il loro peso.
Partito Democratico
Tema. E’ possibile che gli esponenti del PD (assessori e consiglieri comunali) che alle primarie hanno appoggiato Isabella Conti anziché Matteo Lepore vengano inseriti nella lista PD per il Consiglio comunale?
Svolgimento. Per rispondere alla domanda provo a mettere in fila alcune considerazioni ed a trarne le conseguenze.
1) Gli esponenti di cui sopra hanno legittimamente ritenuto che Lepore non fosse il candidato migliore per ricoprire il ruolo di sindaco ma la maggioranza dei votanti alle primarie non è stata dello stesso parere.
2) Non condivido la richiesta di espulsione dal PD avanzata da alcuni iscritti ma di fatto la scelta di Aitini e C. si è posta in contrapposizione con quella del PD, il cui unico candidato era Lepore.
3) Gli esponenti di cui parliamo hanno ricoperto ruoli di rilievo nel passato mandato amministrativo e la loro eventuale elezione in Consiglio comunale nel gruppo consiliare PD li porrebbe in una condizione oggettivamente anomala ed imbarazzante (retrocessi da assessori a semplici consiglieri, in potenziale atteggiamento critico ed antagonista con chi andrà a ricoprire il loro ruolo precedente e nei confronti di un sindaco che avevano giudicato inadeguato). La lealtà di cui dette prova Andrea Colombo in una condizione soltanto simile non è affatto scontata.
4) Dal punto precedente consegue la prospettiva di un gruppo consiliare PD (certamente privo della maggioranza in Consiglio) diviso e frammentato. Quanto di peggio per garantire una navigazione tranquilla alla giunta Lepore, la cui maggioranza consiliare sarà costituita da diversi gruppi poco omogenei tra loro.
Conclusione. Per le ragioni di cui sopra mi sembrerebbe un errore inserire nella lista PD gli esponenti di cui si tratta. A questa conclusione potrebbero arrivare spontaneamente, per coerenza, gli stessi esponenti che, in qualche caso, hanno già alle spalle una lunga carriera politica e le cui competenza e capacità (penso in particolare a Marco Lombardo che conosco ed apprezzo) potrebbero comunque trovare una valorizzazione in altre sedi.
Via de'Chiari
Il riconoscimento Unesco ai portici di Bologna, insieme all’iniziativa di Repubblica Bologna che invita i lettori a segnalare quale sia il loro “portico del cuore”, mi ha riportato con la mente (e con il cuore) al portico di via de’ Chiari, una strada del centro storico che unisce via Castiglione e via Cartoleria, dove ho abitato al n.19 ed ho vissuto gli anni della mia giovinezza dal 1943 al 1968. Il portico di via de’ Chiari è suggestivo, ha un’altimetria e planimetria variabile, una caratteristica certo non esclusiva (basta andare in via Castiglione, a pochi metri di distanza per osservare il medesimo aspetto) ma non frequente. I ricordi, come potete immaginare, sono tantissimi.
Questo portico ha coperto e protetto i nostri giochi: i circuiti tracciati col gesso, che simulavano gare ciclistiche, con i tappi corona (i “coperchini” da fare avanzare con il “cricco” del dito medio e del pollice) che contenevano le immagini dei campioni di allora, le battaglie con le cerbottane (i tubi dei lampadari) che sparavano frecce di carta.
Questo portico è stato spettatore di classiche evasioni con lenzuola dall’adiacente carcere di S.Giovanni in Monte.
Questo portico ha ospitato botteghe “d’epoca”: la latteria che vendeva latte sfuso, il negozio dove d’estate andavi a comprare le stecche di ghiaccio per tenere al fresco i cibi. Nel triangolo via de’ Chiari, via Castiglione, via Cartoleria con prolungamenti in via de’ Poeti, piazza S.Giovanni in Monte e piazza S.Domenico si è giocata larga parte della mia vita di bambino e ragazzo, in una compagnia che comprendeva Lucio Dalla ed i fratelli Stefano e Giorgio Bonaga.
Ieri sono stato a rivedere via de’ Chiari. Tutto è cambiato. Quella che era una strada popolare non ha più negozi ed ospita una decina di numeri civici con appartamenti che immagino ristrutturati e di buon livello. Ma soprattutto dove incombevano le alte mura del vecchio carcere oggi dominano gli edifici universitari, dove c’era la postazione delle guardie carcerarie oggi c’è il collegio Erasmus, al posto del “casermone” (enorme fabbricato che ospitava famiglie povere) oggi c’è il Dipartimento di lingue dell’Università e l’ingresso dell’aula absidale di S.Lucia.
Quello che è rimasto invariato è l’immagine della Madonna, in un affresco vicino al n.23, che osserva e veglia su tutto.